Debianizzazione

Come accennato alla fine del paragrafo precedente, al termine del processo di installazione di EduKnoppix su disco rigido, ci si ritrova con una distribuzione Debian ibrida con pacchetti adatti ad una configurazione client o server.

La cosa migliore da fare consiste ora nel trasformare eduKnoppix in distribuzione Debian pura in modo da poter utilizzare gli strumenti che questa distribuzione mette a disposizione per l'aggiornamento del sistema operativo e dei suoi pacchetti. Per ragioni tecniche l'unica cosa sensata da fare consiste nel trasformare eduKnoppix in una distribuzione Debian unstable. Rispetto alle altre distribuzioni Debian - stable e test - questa distribuzione ‘e ovviamente pi‘u soggetta a bug e limitata sotto il profilo della sicurezza e della stabilit‘a. Tuttavia, per quanto traspare dall'esperienza degli utilizzatori, non sono mai emersi grossi problemi relativamente al suo uso.

Chi intende configurare eduKnoppix come server si presume abbia sufficienti competenze tecniche per farlo per cui qui ci limitiamo a discutere la configurazione come client.

1. Eliminazione dei pacchetti

Un primo passo, anche se non essenziale, nella configurazione di EduKnoppix come client consiste nell'eliminare i pacchetti inutili che sono riconducibili ai seguenti ambiti:

Più precisamente si potrebbero escludere: squid, tftp, tftp-hpa, vpnc, nis (se non siamo in rete), shaper, mysql-server, dhcp3-server, telnetd-ssl, nessusd, apache, thttpd e loro dipendenze. Per fare questo si consiglia di apprendere l'uso dei tool per la gestione dei pacchetti dselect e apt.

La struttura modulare e categorizzata di apt e dselect permette la facile esclusione ed inclusione dei pacchetti di interesse o meno, a seconda del tipo di stazione che si desidera. Oltre a questo, se si desidera ripristinare qualche pacchetto, con questi strumenti è possibile farlo.

Per quanto concerne le lingue inutilizzate e per la buona localizzazione di tutti i pacchetti è necessario riconfigurare le localizzazioni. Per fare questo basta azionare, da root, il comando: dpkg-reconfigure locales e seguire le istruzioni rimuovendo tutte le lingue, ad eccezione dell'inglese e dell'italiano. Dell'italiano conviene intallare ogni pacchetto anche se non incluso di default della configurazione originaria di eduKnoppix.

2. Configurazione fonti apt

Per poter ampliare e aggiornare i pachetti contenuti in eduKnoppix conviene modificare, da root, il file /etc/apt/sources.list. Questo file contiene gli indirizzi dei siti da cui vengono prelevati i pacchetti Debian e i loro aggiornamenti.

Un consiglio brutale ma efficace per avere una Debian unstable consiste nel cancellare tutto il contenuto di source.list tranne:

  1. #Security updates ...
  2. #Unstable

Conviene inoltre sostituire il mirror tedesco con quello di fiducia (sia esso apt-proxy o ufficiale), per esempio debian.nettuno.it , freedom.dicea.unifi.it, softcity.libero.it, oppure altri mirror disponibili al sito ufficiale debian.org.

3. Sistemazione librerie

Cancellati i pacchetti che non servono e aggiornato il sistema è opportuno effetuare la pulizia delle librerie che non si usano, manualmente o utilizzando il pacchetto Deborphan. Si esegue Deborphan per ottenere la lista delle librerie e dpkg –purge ‘deborphan‘ per la rimozione automatica (fate attenzione agli apici storti, [AltGr+']). A causa della dipendenza di alcune librerie da altre potrebbe essere opportuno eseguire Deborphan pi‘u volte.

subsection{Gestione utenti}

Il sistema ha configurati i soli utenti root e utente. Chiaramente va del tutto evitato l'uso da root del sistema operativo per lavori che non riguardino direttamente la manutenzione del sistema.

Useremo l'utente per fare i primi esperimenti o lavori con i quali si pensa di fare danni. Successivamente con adduser si potranno aggiungere nuovi utenti, avendo cura di aggiungere su groups tutti i diritti aggiuntivi che i nuovi utenti dovranno avere (uso audio, connessione internet, cdrom, floppy ....).

Con il comando: dev/xda1 /mnt/sda1 vfat noauto,users,exec,umask=000 0 0 si permette a tutti gli utenti di poter accedere ai dati su partizioni fat. Si consiglia, per questo, di modificare anche il file /etc/fstab scrivendo una riga del tipo: /dev/xda1 /mnt/sda1 vfat auto,umask=000 0 0.

Se solo alcuni utenti hanno diritto ad accedere a partizioni fat, mentre altri devono rimanere esclusi, useremo il comando /dev/xda1 /mnt/sda1 vfat auto,umask=007,gid=100 0 0 iscrivendo chi ha diritto ad accedere anche al gruppo users. In ogni caso, per completezza si rimanda alle pagine di man mount.

4. Device

Se intendete usare chiavette usb, unità zip usb, masterizzatori zip o fotocamere digitali mass-storage aggiungere in /etc/fstab la riga: /dev/sda1 /mnt/usbdisk vfat defaults,user 0 0 e la creazione di detta directory - mkdir /mnt/usbdisk - nella directory /mnt.

Naturalmente poi si dovrà eseguire il mount del dispositivo con mount /mnt/usbdisk.

Se l'utilizzatore desidera è possibile anche creare un file in Desktop dell'utente con il seguente contenuto:

Dev=/dev/sda1

FSType=auto

Icon=zip_mount

MountPoint=/mnt/usbdisk

Type=FSDevice

UnmountIcon=zip_unmount

X-KDE-Dynamic-Device=true