Uno dei campi in cui l'uso di programmi liberi si rivela più interessante è quello dell'istruzione e delle organizzazioni non-profit. Parlando di "istruzione" mi riferisco a tutti gli istituti di istruzione informatica. Si pensi alle aule di informatica nelle scuole: se tali reti di calcolatori si basassero su software libero sarebbero molto più interessanti da utilizzare per gli studenti, che potrebbero analizzare tutte le problematiche di programmazione e di networking avendo accesso diretto al codice sorgente di tutti i programmi, potendo quindi provare a modificarli per capirne meglio il funzionamento (senza parlare qui delle potenzialità aggiuntive offerte da sistemi come Linux, che permettono per esempio configurazioni in cui tutti i calcolatori della rete possono usare Internet usando un solo indirizzo di rete ed un solo modem). Non è un caso che nelle università sistemi operativi e applicativi free siano largamente usato già da anni, in certi casi rimpiazzando applicativi di costosi sistemi commerciali, anche nei server più potenti. L'uso di sistemi gratuiti, tra l'altro porrebbe un freno alla veloce obsolescenza delle aule informatiche, in quanto gli utenti di sistemi commerciali sono praticamente obbligati ad acquistare nuove versioni dei programmi ogni paio d'anni, e di conseguenza ad acquistare nuovi calcolatori per poter fronteggiare il carico computazionale crescente. Questa veloce obsolescenza non si verifica quando si usano programmi liberi, in quanto la compatibilità nei file dei dati delle varie versioni è assicurata da una standardizzazione a livello internazionale dei protocolli di comunicazione e del formato dei dati.
Anche nel campo delle organizzazioni senza fine di lucro il problema dell'obsolescenza è molto sentito. Tutte le piccole associazioni, come per esempio le botteghe de commercio equo e solidale, hanno solitamente un capitale abbastanza limitato da poter investire: per loro l'uso di programmi liberi significherebbe l'indipendenza da qualsiasi futura operazione commerciale dei produttori di software, permettendo al tempo stesso di utilizzare per il proprio sistema informativo vecchi calcolatori (ormai recuperabili a costo limitato o addirittura gratuitamente) senza per questo perdere in funzionalità. Poiché questo tipo di utenza necessita del calcolatore solo per la gestione del proprio magazzino e per la produzione di documenti stampati, una soluzione a "scatola chiusa", strutturata per non richiedere alcuna manutenzione e per non consentire all'utente di fare danni sul sistema stesso, sarebbe forse più efficace di un sistema convenzionale. Si noti che l'aiuto di un programmatore esterno è comunque necessario, indipendentemente dal sistema operativo utilizzato, per la realizzazione di un programma amministrativo adatto agli specifici bisogni. Il vantaggio di un'installazione freeware in questo caso sta nel minor tempo richiesto per lo sviluppo del programma come pure nella possibile futura estensione a costo zero delle potenzialità del sistema informatico. Ogni installazione di Linux è in grado di permettere la manutenzione remota tramite modem (o l'aggiornamento automatico del carico/scarico), come pure il backup automatico giornaliero, l'utilizzo di più di un terminali di immissione dei dati o la spedizione/ricezione automatica dei fax. Lo sviluppo, nel tempo, della capacità di amministrazione del proprio sistema permetterebbe inoltre all'utente di un sistema Linux di svincolarsi ben presto da ogni consulente esterno e di acquisire un completo controllo della propria risorsa informatica. La "bottega del mondo" dell'associazione CAFE di Pavia per esempio fa uso di un sistema informativo ottenuto a costo zero, configurato ed installato da un collaboratore esterno.
alessandro.rubini@linux.it